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Tentazione estiva con il fantino


di hell12
21.06.2014    |    25.019    |    10 9.4
"Il piacere carnale bruciava tra le mie cosce..."
Era una calda domenica di un pomeriggio d’agosto, e per rinfrescare i pensieri, nel verde brillante dei boschi, andare a cavallo è un’ottima soluzione. E così andai al maneggio, fuori paese.
Arrivai in bici e all’entrata del recinto, vedo vicino alla stalla, una mano alzata per aria, che mi fa cenno di entrare, era lui il fantino….Con un sorriso, che gli girava attorno a tutta la testa, mi venne incontro, accogliendomi e onorandomi come non mai.
Premetto che, vista la temperatura non indossavo l’abbigliamento consono per andare a cavallo, tutt’altro, optai invece per un leggero fresco e malizioso prendisole color beige, sandaletti bassi a mo’ di schiava, e sotto reggiseno e mutandine in un trasparente tulle color avorio…
Una mise fresca per attenuare quel caldo afoso, che innervosiva perfino le mosche a ridosso di quei poveri cavalli.
“Dai Summer …, andiamo a fare un giretto…qui intorno…”
L’idea non mi piacque subito, anche perché volevo starmene da sola, ma viste le sue insistenze, accettai di buon proposito, dopo tutto una buona chiacchierata in compagnia ritempra l’animo ed i pensieri.
Al mio si, i suoi occhi si illuminarono.
Andammo alla stalla, prendemmo i cavalli, mi aiutò a salire in sella,...sfiorandomi le mani e il culo, premendo sul vestitino leggero. Fiammate di eccitazione a fior di pelle…che captai come un chiaro messaggio di uno strano desiderio, e un tremito attraversò tutto il mio corpo.
“Ehi Attila, non correre! Summer va trattata molto bene.!”
Attila è un vecchio ma ubbidiente cavallo, e questa frase mi risuona ancora vivida , come tutto il proseguo di quella particolare ed intrigante tentazione.
A dorso dei cavalli, iniziammo la nostra passeggiata, con lui sempre attento e premuroso, facendomi strada nei posti più impervi , e soprattutto quando la visuale glielo permetteva, mi guardava ..come volesse spogliarmi con gli occhi…e mangiarmi tutta, in un sol boccone.
L’andatura a cavallo mi rendeva un tantino strana, tanto che iniziai a sentire scorrere i miei umori che leggermente mi inumidivano, preparandomi a tutto ciò che da lì sarebbe seguito.
“Ti voglio mostrare un posto”…mi disse “il casotto, una piccola ora vecchia ed abbandonata costruzione, che serviva a me e a mio padre ed ad altri nostri amici…come nascondiglio per sparare col fucile agli uccelli.
E’ ben nascosto, ci si arriva a piedi, al massimo a cavallo….”
Quando fummo arrivati, mi aiutò a scendere sfiorandomi ancora mani e culo, e io feci finta di niente naturalmente, ben falsamente interessata a vedere questo casotto. Legammo le briglie dei cavalli ad un albero vicino, quando ecco squillare il mio cellulare…..guardo e vedo il numero di Claudio, il mio erotomane Amante e compagno,…gli rispondo….sorridendo…imbarazzata e rossa in viso, per la situazione, spiegandogli che non potevo continuare la conversazione, promettendogli però di richiamarlo più tardi in serata.
Non so se abbia percepito, dalla mia voce, l’ ondata di desiderio che mi stava attraversando tutta, ma penso di sì anche perché la mia eccitazione mi rese audace, provocante…..l’erotismo di quel momento mi stava infiammando perché lo stavo pensando intensamente, e perché ero vogliosa di questo fantino, vogliosa di sedurlo, di farglielo diventare duro fino a scoppiare.
Li pensavo entrambi ..io sexy e sensuale, scintillante di sudore stretta in mezzo a loro, a due corpi virilmente maschili, …ma questa è un’altra storia.
Con un balzo mi prese per i fianchi…mi alzò la gonna del vestitino…mi toccò tra le gambe, mi sfilò le mutandine con tocco gentile…e con le mani iniziò a scorrere le mie rotondità, palpeggiandole, baciandomi la guancia, scendendo al collo…accarezzando i miei turgidi e sodi seni, inginocchiandosi infine davanti a me.
Abbassai gli occhi verso quest’uomo tremante di desiderio, gli allargai le gambe, alzai un piede e lo appoggiai su un gradino e gli mostrai, offrendogli, il bocciolo di rosa profumata: la mia fighetta.
La sua lingua prese a correre tra la mia morbida e calda fessura, iniziò a leccarmi facendomi gemere, facendomi sentire calda, e lasciva, non resistei per molto….il piacere carnale bruciava tra le mie cosce. Dapprima gli misi le mani sulla testa, ma persi l’equilibrio, così puntai le braccia sul muro davanti, inarcando il bacino e buttando la testa dietro le spalle. Lui nel frattempo si slacciò la patta dei pantaloni…lasciando uscire quel bel pezzo di cazzo, avrei voluto toccaglielo…ma non ci riuscii, e così lui continuò a leccare la mia figa….divorandola, le sue labbra s’intruffolavano dentro, dandomi precise leccate, tra le piccole e grandi labbra, soffermandosi intorno al clitoride, leccava, succhiava piano…e poi veloce, leccava ancora, ancora e ancora.
Ero allo spasmo, tesa all’orgasmo che stava per arrivare.
Mentre me ne stavo aggrappata impotente al muro, lui con una mano iniziò a segarsi la verga dura, dalla rosea cappella turgida; la sua lingua era sempre più guizzante e rapidi quanto letali colpi mi fecero sciogliere, in poco tempo, portandomi all’apice dell’estasi, gemendo nel mio dolce, languido e lussurioso piacere.
Da li un attimo, lo sento ringhiare come un animale e vedo schizzare il suo caldo nettare a terra, tra l’erba, la polvere e la mia caviglia.
Segue un momento di silenzio e d’incredulità subito dopo, ma lui si alza, mi aiuta ad indossare le mutandine, mi ricompone, mi aiuta a montare a cavallo.
Il rientro è altrettanto silenzioso, come se quello che era appena accaduto fosse stato solamente un sogno fuggevole…
Arrivati al maneggio, ci salutammo, con l’invito da parte sua di ritornare ancora….
Presi la mia bici, mi diressi verso casa, emozionata ed eccitata nel desiderio di raccontare a Claudio, ogni minimo dettaglio di quanto appena vissuto con il fantino leccatore.
Perché volevo stupirlo ed eccitarlo di più, perché il mio bisogno carnale era stato solamente stimolato, perchè in me c’era qualcosa di diverso, perché ora volevo solo il suo corpo e i suoi pensieri tutti per me.

Summer
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